Giuliano Barbanti (Sesto San Giovanni 1936 - 2022) è stato un importante rappresentante dell’astrattismo italiano, ma anche un grande protagonista della vivacissima scena culturale di Sesto San Giovanni nella seconda metà del secolo scorso. Egli si forma alla scuola d’arte Federico Faruffini nella sua città natale. Impiegato come grafico pubblicitario presso l’agenzia Arar di Milano, continua parallelamente a frequentare il mondo dell’arte e inizia anche a esporre in alcune mostre collettive. Nel 1961 con un gruppo di giovani artisti apre la galleria Il Giorno e fonda Piazzetta, progetto espositivo e di promozione culturale. Importantissima è l’esperienza presso le cosiddette Botteghe di Sesto, dove hanno l’atelier anche molti altri importanti artisti dell’epoca, da Enrico Castellani ad Agostino Bonalumi, da Arturo Vermi a Lino Marzulli, fino ad Attilio Forgioli. Dal 1963 al 1969 insegna disegno e progettazione all'Istituto Rizzoli per le arti grafiche e dal 1969 al 1971 è insegnante di pittura all’Istituto superiore d’arte applicata del Castello a Milano e presso la Scuola d’arte Faruffini a Sesto. Nel 1979, anno della realizzazione dell’opera in collezione, è tra i fondatori del Centro Culturale Rondottanta di Sesto San Giovanni dove vengono allestite personali di artisti affermati e di giovani emergenti. Dopo un periodo nel quale nella sua pittura prevale la matrice segnica, Barbanti approda all’uso dell’aerografo, che caratterizza la sua produzione successiva. Egli lavora su superfici sensibili, percorse da sottili, quasi impercettibili, vibrazioni cromatiche, rese ancora più sofisticate dall’uso dell’aerografo e dalla sagomatura di uno o più lati della tela, ottenendo interessanti effetti percettivi, giocati sull’ambiguità e sulla variazione costante della luce.
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