È Gianfranco Pardi (Milano 1933 – 2012) stesso a raccontarci, nell’introduzione alla mostra Homeless (tenuta da Giò Marconi, a Milano, nel 2000) il senso della propria ricerca sulle scatole di cartone modificate: “Ho intitolato questo lavoro sulle scatole di cartone Homeless”, scrive l’artista, “Nel senso proprio di ‘senza casa’, perché, in qualche modo, anche questo è un lavoro sulla architettura. Sulla architettura nel senso che queste piccole sculture hanno origine dalla struttura compositiva di un oggetto contenitore rigorosamente ortogonale, la scatola. Scatole con le quali ho ricevuto qualcosa a casa o che ho raccolto qua e là per la strada. Resti comunque di una funzione esaurita, materiali pronti per il macero. A volte ho costruito modelli per sculture o per ambienti architettonici proprio utilizzando cartone da scatola. Ho fatto una serie di quadri che si intitolavano Box anche in questo caso con vecchi cartoni da scatola. Una piccola scatola è come una piccola architettura. Contiene, ripara e protegge dall'esterno, ha una precisa definizione volumetrica e spaziale, risolve alcuni problemi di statica e di assemblaggio. Di brutte architetture si dice che sembrano scatole. Mi piace lavorare con questo materiale forse perché il punto di partenza non è il foglio bianco o la tela vuota. C'è qualcosa che ha già una sua forma, il segno di una struttura, la memoria di una funzione”. Nel maggio del 2000 Pardi espone la sua serie di scatole modificate anche nella sede dell’allora Banco di Credito Cooperativo di Sesto San Giovanni. Accompagna l’invito una nota dell’artista, che ribadisce il concetto: “Il mondo è pieno di scatole, di tutte le forme, di tutti i colori”, scrive. “Le strade sono piene di scatole vuote, accatastate di sera vicino ai negozi di tutta quella merce, di fronte alle case di tutti quegli acquisti. Grezze o colorate, ripiegate per bene, aspettano di essere avviate alla discarica tra i rifiuti o al riciclo. In fondo questo lavoro con le scatole è, in qualche modo, una forma di riciclo”. Il valore fortemente architettonico di queste opere di disarmante semplicità, eppure di una sorprendente potenza espressiva ed efficacia compositiva, riflette la formazione da architetto di questo straordinario pittore e scultore, oggi considerato uno dei massimi artisti della scena europea contemporanea.
|