Leonetto Cappiello nasce a Livorno il 9 aprile 1875: è stato un pubblicitario, illustratore, pittore e caricaturista italiano naturalizzato francese. Assieme a Adolf Hohenstein, Giovanni Maria Mataloni, Leopoldo Metlicovitz e Marcello Dudovich, è stato uno dei padri del moderno cartellonismo pubblicitario italiano. Nato da famiglia benestante, ha una precoce formazione artistica da autodidatta, i primi disegni noti risalgono al 1888 (copie di litografie di famiglia che riproducono capolavori dell'arte del Rinascimento italiano). L'esordio ufficiale avviene nel 1891 con l'esposizione di quattro tele (scomparse) alla Mostra Promotrice di Firenze, mostra simbolo del "secessionismo" operato dalle tendenze più vicine all'impressionismo in contrapposizione alla corrente dei macchiaioli maggiormente legata ad una dimensione vernacolare. L'anno successivo espone nella medesima sede altre tre tele tra cui “Signora in un interno” (oggi al Museo civico Giovanni Fattori). Deciso a dedicarsi totalmente all'attività artistica, si trasferisce nel 1898 a Parigi, dove incomincia una fortunata collaborazione, come caricaturista, al periodico Le Rire. Nel 1900 inizia la carriera di cartellonista professionista siglando un contratto con l'editore-stampatore Vercasson che si protrarrà per 16 anni. Durante i 5 anni successivi alterna caricature e cartellonistica. È del 1901 il manifesto per “Livorno, Stagione Balneare”, fortemente influenzato dallo stile parigino, ma ancora relativamente tradizionale. È nel 1904, con il manifesto “Chocolat Klaus”, che si inaugura l'apporto innovativo di Cappiello all'arte dell'affiche che di fatto rivoluziona i canoni della grafica pubblicitaria. Nel 1914 riceve la Legion d'onore. Richiamato in Italia allo scoppio della Prima guerra mondiale, rientra in patria svolgendo il servizio di interprete per l'esercito. Nel 1915 realizza con la tecnica dell'acquaforte disegni sulla guerra collaborando con varie riviste. Al termine del conflitto torna in Francia dove apre una nuova collaborazione con l'editore Devambez con cui lavorerà fino al 1936 e che nel 1923 curerà una sua grande retrospettiva. Nel 1930 prende la cittadinanza francese. Durante la Seconda guerra mondiale si trasferisce a Le Puy e in seguito a Grasse. Muore a Cannes il 2 febbraio 1942.
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