Silvio Poma (Trescore Balneario 1840 – Turate 1932) è uno dei più talentuosi paesaggisti della seconda metà del XIX secolo. Dopo aver preso parte come volontario alla guerra del 1859 ed essersi poi arruolato nel Regio Esercito Regolare nella Campagna del 1866, rinuncia alla vita militare per curarsi dalla malaria. Da quel momento può dedicarsi alla sua vera passione, la pittura, che aveva studiato con i suoi compagni d’armi Giovan Battista Lelli e Gerolamo Induno. Nel 1869 egli esordisce all'Esposizione di Belle Arti di Brera; i primi riconoscimenti ufficiali giungono tuttavia soltanto alla metà del decennio successivo: nel 1876 vince il premio Mylius dell'Accademia di Belle Arti di Brera con una tela di soggetto storico di gusto romantico; nel 1877 un suo paesaggio è acquistato all'Esposizione Nazionale di Napoli da Vittorio Emanuele II. L’opera in collezione ben testimonia la vocazione per la pittura di paesaggio di Poma, abile nel cogliere scorci noti e meno noti delle aree lacustri e montane della Lombardia, ritraendoli in chiave naturalistica. Il suo stile inconfondibile si va definendo negli anni, raggiungendo una cifra stilistica distintiva, costruita su una pennellata franta, dal tocco abbreviato, memore della lezione scapigliata, ma influenzata anche dallo stile dell’amico Achille Formis Befani. La sua interpretazione del paesaggio affonda le radici nel Vedutismo romantico, superando l’attenzione al dettaglio propria dei grandi padri del genere per prediligere un approccio più emotivo, sensibile al dato atmosferico. Già nel 1946 viene organizzata a Bergamo, nella Galleria della Permanente, una sua mostra commemorativa, ma è con l’importante mostra itinerante (Milano, Trescore Balneario, Lecco) del 1992 che la figura di Poma si è resa nota anche al grande pubblico, che ancora oggi apprezza i suoi piacevoli e luminosi paesaggi, in particolare quelli lacustri.
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